Pop Up Lab è un processo denso che porta con sé la capacità di diventare strumento di numerose trasformazioni. Attraverso le dichiarazioni dirette dei suoi protagonisti, scopriamo le dimensioni più rilevanti di
Pop Up Lab come...
Trasformare il concetto di negozio
“Anche prima di candidarci alla Call for Ideas di Pop Up, non abbiamo mai pensato di aprire un negozio a scopo commerciale. A QuantoBasta Libreria si può venire senza comprare niente, per la presentazione di un libro o per un aperitivo in inglese. Con questo progetto si va oltre la vendita perché la centralità ce l’hanno la cultura, la socialità e l’aggregazione.
Siamo partiti da un bisogno condiviso tra un gruppo di amici: crediamo che nel centro di Grosseto mancasse un posto così. Noi stessi siamo i primi fruitori di cosa abbiamo messo in piedi. Si riesce a sopravvivere tramite una buona comunicazione, un’economia di scala ed il nostro lavoro volontario.”
Michele Graglia
QuantoBasta Libreria, Grosseto
Innovare la filiera
“Sono socio con mio fratello Daniel dei due negozi aperti a Prato e Montecatini. Noi venivamo dal settore della produzione artigianale fatta a mano, con le sciarpe e le maglie della linea Aqualaguna, marchio per uomo pratese. L’idea del negozio ce l’avevamo da tempo, per avere un luogo dove farci trovare dai clienti che ci conoscevano nelle fiere o nei mercati a cui partecipavamo. Esitavamo a partire perché i costi di avviamento ci spaventavano.
Il progetto Pop Up Lab ci ha permesso di provare a vedere come sarebbe andata, il bilancio è stato ottimo. Tante persone si sono scocciate di vestirsi con capi di cui non conoscono la provenienza: noi possiamo raccontare tutto il percorso, dalla scelta del filato fino al momento in cui la ripiego per metterla nei nostri scaffali. In negozio esponiamo anche articoli di altri marchi del territorio per garantire un “total look” di alto livello.”
Daniel Pagliai
Bottega degli Artigiani della Maglieria
Aperta a Prato e poi a Montecatini
Valore aggiunto per i fondi sfitti e la città
“Avevamo avuto una spiacevole esperienza con i precedenti inquilini che avevano smesso di pagare l’affitto, ma siamo riusciti a farli andare via in tempo per aderire al progetto. Prima di consegnare il fondo, abbiamo rimpiazzato quello che era stato danneggiato ed il Comune ha fatto dare un’imbiancatura generale. I ragazzi che sono entrati mi sembrano bravissimi, hanno sistemato sia la piazza che l’interno.
Mi sembra che stiano lavorando bene e son contenti.
Penso che Pop Up sia stata un’iniziativa molto importante per la città, a partire dal fondo e dal palazzo. Tra essere vuoto ed esserci delle persone dentro, c’è un abisso, perché così si dà vita alla piazza e alla città. L’unica cosa che non valorizza il luogo sono tutte quelle automobili: questa bella piazza del centro storico ha la funzione di parcheggio.”
Nadia Barbieri
Proprietaria fondo a Grosseto
Valorizzare la rete del commercio esistente
“La zona di via Garibaldi a Livorno è piena di negozi storici e piccole attività straniere, non di grande catene. ‘E unica a Livorno, però era molto degradata. Con il progetto Pop Up è stata data una svolta significativa, a partire da progetti di arte e inclusione. Basta citare le ragazze di Uovo alla Pop che sono finite sui giornali nazionali, le fotografe di Ops ed il doposcuola della RiusOfficina che ha offerto uno spazio ai bambini stranieri per aiutarli a fare i compiti.
Il quartiere è diventato più frequentato, per esempio per i percorsi di street art, e più sicuro perché è tornato ad essere più monitorato a partire dalle iniziative promosse, per il bene dei residenti della zona e di tutta la città.”
Daniela Barli Carboncini
Presidente del CCN Antico Borgo Reale di Livorno
Incubatore di Start Up
“Il progetto Pop Up mi ha dato la motivazione e la giusta spinta per creare un’attività, anche se sto ancora studiando per offrire alla clientela servizi sempre migliori. Sono residente nella zona di piazza Garibaldi e questo legame con il quartiere ha aggiunto il pizzico di coraggio necessario per buttarmi in quest’avventura. Così ho aperto il mio laboratorio di sartoria-merceria iniziando gradualmente ma con grande entusiasmo. Da questa esperienza è scaturita infatti l’apertura della mia ditta individuale ed il suo radicamento nel quartiere.
Mi sono trovata molto bene fin dall’inizio: un’attività simile mancava in questa zona ed è forse anche per questo che sono riuscita ad instaurare un buon rapporto con i clienti, sul piano professionale che umano, talvolta anche confidenziale.”
Cecilia Campanella
Fashion Lab Livorno
Protagonisti i giovani
“Ho iniziato a lavorare al laboratorio di mio babbo, che ha sempre fatto grafica e stampa piana su carta. Da due anni a questa parte, avevo iniziato a indirizzare la mia attività sul gadget, sul promozionale e sull’abbigliamento ed ero rimasta nel fondo che lui pagava. Ma avevo necessità di spostarmi e di crescere come azienda, ovvero trovare un nuovo spazio e un’indipendenza economica che facesse diventare il mio, un lavoro vero e proprio.
Con Pop Up ce ne è stata data la possibilità. Mia sorella ed io ci siamo spostate qui, in una zona vicina a dove eravamo prima. Probabilmente è un passaggio che avremmo fatto comunque, però così abbiamo potuto concentrarci meglio sull’accoglienza, sui dettagli della ristrutturazione. Abbiamo uno spazio più accogliente che non avremmo potuto pagare se c’era subito anche l’affitto. Il nostro interesse è rimanere, lo dimostra il fatto che abbiamo voluto trovare da subito un accordo con il proprietario per la fase successiva, proprio per fare il nostro investimento per il lungo termine.”
Camilla Cantini
Dimensione Stampa Rosignano
Strumento di Governance
“Come Amministrazione comunale abbiamo il dovere di muoverci affinché tutti i soggetti che fanno parte del nostro territorio si realizzino come unità partecipative e non come ‘arti fantasma’ della nostra economia cittadina. Per questo avevamo la necessità e la ferma volontà di ridare vita a quei fondi privati che non riuscivano a reinserirsi come parte attiva e funzionale del nostro centro. È chiaro quanto il centro storico rappresenti per una città una sorta di biglietto da visita dal punto di vista turistico, cartina tornasole del buono stato di salute socioeconomico di una comunità.
Quando si è presentata l’opportunità di introdurre il progetto Pop up a Grosseto, lo abbiamo ritenuto un’occasione per la crescita e lo sviluppo della nostra città: un centro storico più attivo commercialmente costituisce di per sé un incentivo a viverlo, di conseguenza l’apertura di nuove attività può agire naturalmente da traino anche per quelle già esistenti, moltiplicandone il numero di potenziali visitatori.
C’è di più. Un centro più vivace e attivo funge anche notoriamente da innesco per un circolo virtuoso che conduce verso un territorio più sicuro e più pulito: sussistendo più soggetti produttivi interessati a mantenere il decoro urbano e la vivibilità delle strade a livelli ottimali, ed essendo queste strade necessariamente più percorse e frequentate, maggiormente saranno disincentivate quelle pratiche di inciviltà urbana come il vandalismo o l’incuria del suolo pubblico.
La nostra esperienza riguardo il progetto Pop up è estremamente positiva e siamo convinti che sia uno strumento prezioso, utile nel perseguire i risultati programmati dalla nostra amministrazione, inserendosi nel piano d’azione che stiamo attuando per dare ulteriore slancio al nostro centro.”
Antonfrancesco Vivarelli Colonna
Sindaco di Grosseto
Nuovo modello per il commercio
“Nel 2016 abbiamo presentato un progetto dal titolo “Sicurezza in Garibaldi” che prevedeva cinque linee di azione e che in generale puntava ad interventi di rigenerazione urbana, decoro urbano.
Questo progetto ha interessato l’area di piazza Garibaldi ed aree limitrofe, una zona da molti anni segnata da polemiche e proteste da parte di cittadini ed operatori economici che lamentano situazioni di crescente degrado, atti di vandalismo, disturbo della quiete pubblica e comportamenti illegali di varia natura.
Si fa sicurezza non soltanto attraverso la presenza delle forze di polizia o le videocamere di sorveglianza ma attraverso la creazione di legami, di iniziative, attraverso il sostegno alla riapertura di fondi sfitti.
In particolare delle attività commerciali vere e proprie perché alla fine ogni negozio è una luce è un presidio sociale.
In particolare nel giugno 2017 sono stati riaperti 10 fondi sfitti, all’interno dei quali sono stati avviati percorsi vari, da quello sociale a quello culturale. Associazioni, singoli individui hanno avviato attività che adesso a distanza di un anno, si sono strutturati. Il bando regionale che prevedeva investimenti per coloro che avessero presentato progetti su rigenerazione e riqualificazione urbana è stata per noi un’occasione che abbiamo voluto cogliere.
Siamo grati alla Regione per aver creduto in questo progetto e come Associazione di Categoria è per noi un vanto essere riusciti ad arrivare in fondo anche con risultati importanti da un punto di vista commerciale. Accanto al rilancio della zona, come associazione di categoria alla fine era importante tenere sempre l’occhio puntato alle attività commerciali.”
Annalisa Coli
Referente di Confesercenti Livorno
Rete che cresce
“La nostra associazione Clan intende l’ottica di rete come modalità di relazione, a partire dallo spazio di CityLab. All’interno noi ospitiamo corsi di vario tipo legati all’arte, come laboratori per bambini, corsi di fotografia e pittura. C’è stata anche l’opportunità di contribuire alla progettualità territoriale attraverso la partecipazione al progetto Street Room di Co&SO, rivolto alla collettività giovanile. Una delle riunioni è stata ospitata qui nella piazza San Francesco dove siamo, perché era importante per loro offrire un presidio nelle varie zone della città.
Invece in ottica di rete per il progetto Pop Up abbiamo pensato di fare un’azione di Guerrilla Marketing, che è questa strategia nuova di interazione con il pubblico che va a colpire le emozioni delle persone. Abbiamo unito l’intento di comunicare l’apertura del nuovo museo Clarisse Arte a Grosseto con la voglia di raccontare la rete dei popuppers aperti in centro tramite un percorso.
Per prima cosa abbiamo creato delle cornici con nastri adesivi fluorescenti delle dimensioni esatte dei quadri originali e le abbiamo proposte sulle pareti adiacenti alle attività di Pop Up Grosseto con il nome dell’autore ed un piccolo dettaglio. Con il sorgere di questo museo immaginario, le persone potevano essere incuriosite e noi abbiamo coinvolto una vera guida turistica per due giorni di tour della città meno trafficata, con un percorso sia museale che di descrizione del progetto Pop Up. Questo ha permesso di agire in risonanza con altre iniziative proposte dagli spazi, legate al carnevale e all’arte multimediale, e dalla città. Ad esempio il venerdì precedente le attività sono state aperte tutte a lume di candela, per rispondere all’appello di M’iIllumino di meno, iniziativa sul risparmio energetico.”
Mara Pezzopane
CityLab, Grosseto
Animare il territorio con i residenti
“Operiamo nel Sottoverga da almeno tre anni, grazie ai progetti di teatro che portiamo avanti nelle scuole. Gli istituti del quartiere accolgono il maggior numero di bambini provenienti da ogni parte del mondo. Quando abbiamo saputo che il Progetto Pop Up avrebbe avuto luogo nella zona di via Marruota, abbiamo deciso di aderire: la possibilità di lavorare in un luogo con un bacino di utenza “globale” ci è sembrato da subito interessante. Storicamente il quartiere è sempre stato diviso dal resto della città a causa della presenza delle rotaie, che sembrano essere ancora oggi un confine, ideale e fisico. Ed è da questa divisione che abbiamo iniziato ad operare, cercando di ricucire lentamente quei rapporti andati persi, attraverso attività artistiche e sociali, capaci di mettere in relazione queste diversità.
Abbiamo iniziato ad intervistare anziani e non, sia in strada che dentro le loro case, radunando così memorie d’infanzia, materiali fotografici e suggestioni degli abitanti del Sottoverga, dei mestieri e delle attività che l’hanno animata. Da questo lavoro sono scaturite mostre, video, pubblicazioni web, laboratori teatrali e spettacoli per le vie del quartiere, dove hanno partecipato sia gli anziani coinvolti sia le nuove generazioni.
Lo Spazio Bianco è gestito da un collettivo eterogeneo e nei progetti che proponiamo il teatro, le arti urbane e la psicoterapia si articolano per lavorare sulle zone di conflitto e di attrito, per rigenerare i modi di vedere e conoscere gli altri. Entrare in relazione con i residenti attraverso queste pratiche ci ha stimolato a creare un luogo di accoglienza e conoscenza, di vera e propria condivisione, dove le persone possono usufruire di laboratori ed eventi, ma anche conoscersi e tessere insieme ad altri nuovi progetti, nuovi modi di vivere il quartiere e le sue necessità.”
Luca Privitera
Spazio Bianco, Montecatini
Innovare attraverso l’arte contemporanea
“Nel 2017 grazie a Pop Up Garibaldi il nostro sogno si è avverato: unire le forze creative di ognuno di noi e creare un contenitore dal nome dada per uno spazio d’arte e progetti condivisi. La galleria Uovo alla Pop si occupa di street art e di turismo, e negli ultimi due anni è diventata un punto di riferimento cittadino e regionale per l’arte contemporanea. Oltre alle mostre e gli interventi urbani, la galleria è promotrice dei primi street art tour della provincia di Livorno, grazie alla professionalità delle guide turistiche e socie fondatrici Viola Barbara e Libera Capezzone.
Siamo orgogliose di aver lanciato un cambiamento nel quartiere e nella città: abbiamo visitatori e turisti che arrivano da tutta Italia ed oltre. Le nostre iniziative, quali inaugurazioni di murales e street art tour, coinvolgono il quartiere e sono di grande richiamo: aiutano a far rivivere le strade della città attraverso un “presidio creativo e artistico” che oggi è necessario nei luoghi di grande storia culturale, che però hanno bisogno di un rilancio economico-sociale e turistico.
Grazie ai fondi ottenuti dalla Regione e dal Comune l’associazione nel 2018 da start up è diventata una vera e propria attività che durante l’anno ha realizzato un grande Festival “Parete Aperta”, laboratori sulla creatività nelle scuole (progetto Opus), tour della street art nel quartiere e nella città. Abbiamo anche aperto un crowdfunding per lanciare il festival e ristrutturato lo spazio in cui ci siamo trasferite, restando nel quartiere, per realizzare una Galleria d’arte professionale, una sala proiezione spazio coworking dove abbiamo trasferito i nostri uffici ed aperto scrivanie a creativi locali.”
Valeria Aretusi
Uovo alla Pop, Livorno